Continuiamo gli approfondimenti sull'autovalutazione con un altro intervento di Antonia Carlini (Irsef-Irfed).
Nel nostro sistema di governance multilevel delle politiche scolastiche e delle competenze in materia di educazione, istruzione e formazione - definito a partire dagli anni ’90 con il riordino della struttura e la revisione dell’assetto organizzativo dello Stato e delle autonomie locali e di quella scolastica - la scuola costituisce l’ultimo livello decisionale, quello che, ai sensi dell’art.1 del DPR 275, coniuga e riporta a sintesi attese e istanze a più livelli (sovranazionale-europeo, nazionale, territoriale, familiare … individuale).
La riflessione sulla valutazione “nella scuola” e “della scuola” e sul suo valore di risorsa strategica per il miglioramento della qualità dell'offerta formativa(risultati di apprendimento, esiti scolastici, esiti a distanza …) va necessariamente inserita all’interno di questa cornice, secondo un approccio di tipo sistemico che impone la considerazione di tutti i livelli decisionali, variabili del sistema legate da relazioni di interdipendenza. Li richiamiamo:
- a livello centrale, le scelte di governo e il progetto di scuola nazionale;
- a livello territoriale, le scelte delle Regioni e degli enti locali e la qualità della programmazione dell’offerta formativa territoriale;
- a livello di scuole autonome, le scelte collegiali in risposta alle istanze particolari concretamente rilevate, espresse nel Piano dell’offerta formativa; le scelte curricolari e scelte organizzative; …
- a livello di classe, le pratiche educative e didattiche e la qualità degli ambienti di apprendimento e della relazione educativa.
Così, proseguendo per questa linea, la valutazione scolastica, intesa nella sua valenza formativa ed orientativa, fornisce informazioni e feedback importanti a tutti i livelli decisionali, necessari per individuare punti di forza e punti di debolezza